L’ipoacusia o sordità è la perdita della funzione e della sensibilità dell’apparato uditivo.
Questa patologia risulta essere la disabilità sensoriale più diffusa nell’uomo, e rappresenta il terzo deficit più diffuso correlato all’età dopo l’artrite e l’ipertensione.
Nel nostro Paese, la prevalenza dell’ipoacusia è stimata in una percentuale superiore al 20%, con oltre 10 milioni di Italiani che soffrono di questo disturbo a differente grado di gravità, percentuali destinate a crescere e ad interessare sempre un maggior numero di persone anche di giovane età (teen-ager). Gli acufeni (sibili, ronzii, rumori dell’orecchio) spesso accompagnano il danno uditivo e rappresentano un segnale precoce della sofferenza dell’organo acustico e vanno pertanto prontamente diagnosticati per evitare la cronicizzazione del disturbo.
La sordità può essere presente alla nascita manifestandosi con forme congenite-ereditarie, o svilupparsi progressivamente nel corso degli anni come conseguenza di patologie sistemiche correlate all’udito, o a causa di malattie che colpiscono direttamente l’orecchio.
Tra i fattori che hanno maggior incidenza nella comparsa di deficit uditivi rileviamo tutte quelle cause traumatiche acute (perforazioni del timpano, fratture craniche, barotraumi da viaggi aerei, treni o subacquea, traumi acustici), l’esposizione cronica ai rumori, la sovrastimolazione sonora (cuffiette, musica, lettori mp3) o più in generale come conseguenza dell’avanzare dell’età; queste condizioni provocano nel tempo una degenerazione progressiva del delicato neuroepitelio e delle cellule ciliate dell’orecchio interno con conseguente decadimento della sensibilità uditiva.
Altre frequenti cause di deficit uditivo sono: le malattie metaboliche (diabete) e respiratorie (sinusiti, disfunzione tubarica), le patologie cardiovascolari (ipertensione, infarto), e tutti gli stili di vita poco salutari, con abuso di farmaci, alcool e fumo.
A causa di questa grande variabilità delle cause scatenati, l’ipoacusia può avere entità e gravità differenti. Pertanto, possiamo distinguere le sordità in quattro categorie:
1. Trasmissiva, dovuta a problemi meccanici dell’orecchio esterno o medio (timpano e ossicini),
2. Percettiva o neurosensoriale, dovuta ad una mancata o ridotta funzionalità delle cellule ciliate della chiocciola o del nervo acustico
3. Mista, dovuta a cause che danneggiano sia la parte meccanica dell’orecchio che quella nervosa.
4. Centrale, quando il danno si sviluppa prevalentemente nelle aree uditive cerebrali.
Il sintomo principale del danno acustico è la scarsa o incompleta capacità uditiva, con la necessità di alzare il volume della TV, telefono o della radio, e la richiesta frequente di farsi ripetere le parole in una conversazione. Molto spesso a questi sintomi si associano sensazione di ovattamento uditivo con bisogno di compensare (come quando si sale in montagna), difficoltà nel comprendere una conversazione nei luoghi con parziale presenza di rumore di sottofondo, acufeni (fischi, ronzii auricolari avvertiti specie nel silenzio), instabilità, stati di ansia, stress, stanchezza, e nervosismo.
Molto importante, per evitare la comparsa di questi disturbi, è la diagnosi precoce, sottoponendosi con frequenza periodica annuale a visite specialistiche ORL, ed effettuando gli esami diagnostici di routine come l’otoscopia, l’esame audiometrico tonale e vocale, l’ impedenzometria, e in alcuni casi specifici anche i potenziali evocati uditivi.
PERCHE’ CURARE LA SORDITA’
La sordità va curata in modo precoce in quanto esiste una correlazione diretta tra orecchi e cervello e quando c’è un abbassamento uditivo anche di lieve entità si va ad interrompere quella stimolazione neuronale collegata al sistema uditivo che serve a mantenere attive tutte quelle facoltà cerebrali in rapporto con l’udito, come la memoria, l’attenzione, le abilità mentali evolute. Per questo motivo bisogna intervenire tempestivamente sul danno uditivo, in modo da contrastare il più possibile la deprivazione uditiva dagli ambienti sociali e sonori della quotidiantià, con tutti i danni correlati ad essa.
Se questo non avviene, la sordità, non solo può influenzare negativamente la qualità della vita, ma porta a innescare un Circolo Vizioso che determina lo scadimento del benessere della persona. Il calo uditivo infatti, va ad impattare su tutte le normali attività quotidiane compromettendo il benessere psico-fisico dei soggetti con sordità con isolamento progressivo dalla normale socialità interpersonale. Le alterazioni della sfera psicologica portano ad una minore autostima verso se stessi ed una diminuzione dei rapporti socio-lavorativi. Queste manifestazioni patologiche quasi sempre associate a nervosismo e variazioni d’umore, spingono sempre di più il soggetto con sordità verso l’isolamento con l’insorgere in breve tempo del declino cognitivo sino al possibile sviluppo della demenza senile.
PREVENIRE E’ POSSIBILE
Ai primi segni di difficoltà uditiva con o senza acufeni, senza aspettare che il danno diventi cronico, bisogna rivolgersi allo specialista Otorinolaringoiatra e Audiologo per una valutazione completa della funzionalità dell’orecchio. In questo caso le terapie saranno tanto più efficaci quanto più precocemente instaurate, con recupero della capacità uditiva e contestuale argine alla progressione della sordità. Alcuni farmaci, una corretta alimentazione, la stimolazione con mezzi fisici (Laser, onde elettromagnetiche) sono in grado insieme al ripristino della corretta ventilazione dell’orecchio, di recuperare e preservare la piena funzione uditiva, con miglioramento della qualità della vita di chi soffre di deficit uditivi
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