Introduzione

L’otite media secretiva (OMS) rappresentauna condizione patologica estremamente diffusa sia nella popolazione pediatrica che adulta. Si stima che il massimo picco di incidenza si verifichi per il 90% dei bambini nell’età prescolare e nel 50 % nel primo anno di vita. Il suo carattere patognomonico è rappresentato dalla persistenza di essudato all’interno dell’orecchio medio,con conseguente ipoacusia trasmissiva per ostacolo alla mobilità timpanica ed ossiculare(figura 1).
Varie cause sono state invocate nella patogenesi dell’OMS, tra le quali la disfunzione primitiva della Tuba di Eustachio, le sequele di processi infettivi, e le allergopatie respiratorie.
La reale incidenza della patologia allergica nell’OMS è, però, in letteratura ancora oggi dibattuta.

Riteniamo pertanto utile riportare la nostra esperienza sull’incidenza delle allergopatie respiratorie in un gruppo dipazienti affetti da OMS

Materiali e metodi:
Abbiamo incluso nello studio 80 pazienti consecutivi affetti da OMS (età 4-38 aa, mediana 9 aa, 27 f-53 m) dopo visita ORL con otoendoscopia ed esame audioimpedenzometrico.
I requisiti per l’inclusione nel gruppo di studio erano un quadro otoscopico di retrazione timpanica con versamento mucocatarrale, in presenza di dati impedenzometrici indicativi di ridotta compliance del sistema timpano-ossiculare (timpanogramma piatto di tipo B) ed assenza dei riflessi cocleo-stapediali sia ipsi che controlaterali (figura 2).
Tali pazienti sono stati sottoposti a valutazione allergologica mediante prick test, RAST per un pannello completo di allergeni inalanti e PRIST. Ogni paziente è stato inoltre studiato con emocromo, VES e dosaggio delle immunoglobuline sieriche (IgA, IgM, IgG) per valutare l’influenza di eventuali patologie concomitanti.
Risultati
Il 73,7% dei pazienti (n. 59) ha mostrato negatività a tutti i test allergodiagnostici. Il rimanente 26,3% (n. 21) era così diviso:
10 pazienti hanno riportato isolati valori elevati di IgE totali al PRIST senza altri sintomi, 4 sono risultati positivi al prick test e RAST per le graminacee e Parietaria ed al PRIST in assenza di manifestazioni cliniche ed anamnestiche significative, 4 erano affetti da rinite allergica persistente di moderata entità per l’acaro della polvere e per il polline di graminacee, 3 hanno riportato valori elevati al RAST per graminacee, olivo e cipresso in assenza di sintomi.
I restanti esami sierologici effettuati sono risultati nei limiti della norma in tutti i pazienti studiati (tabella 1).{mospagebreak}
Conclusioni:
La grande maggioranza dei pazienti non ha mostrato sintomi né alterazioni ai test diagnostici indicativi di malattie allergiche.
I 10 pazienti che hanno riportato elevati livelli di IgE al PRIST e i 4 pazienti positivi a prick e RAST per graminacee e parietaria possono essere considerati dei falsi positivi o, specie per i 3 pazienti positivi solo al RAST, dei soggetti con una sensibilizzazione subclinica. La correlazione tra manifestazioni cliniche e risultati dei test allergodiagnostici è infatti a nostro parere determinante per stabilire un rapporto causale tra allergia e OMS. Solo 4 pazienti presentavano rinite allergica persistente ma tale condizione era scaturita dall’anamnesi in un tempo successivo rispetto all’insorgenza dell’OMS.
Pertanto è possibile ipotizzare che nei nostri pazienti l’OMS sia stata solo riacutizzata dalla rinite e non sia una conseguenza diretta della stessa. L’analisi della nostra casistica ci consente di affermare che la malattia allergica è raramente causa diretta dell’OMS, ma può costituirne il fattore predisponente per l’insorgenza o per le successive riacutizzazioni. In questo caso un tempestivo intervento terapeutico, volto a desensibilizzare il paziente con il vaccino antiallergico, potrà certamente contribuire a limitare l’insorgenza di OMS di natura allergica.
Dal punto di vista terapeutico con un approccio non chirurgico, al fine di trattare l’otite media secretiva, sono stati studiati vari metodi per compensare l’insufficiente ventilazione dell’orecchio medio. Negli anni ‘90 è stato sviluppato un metodo di autoinsufflazione per mezzo di un palloncino calibrato di lattice per uso medicale (Otovent) che deve essere gonfiato con il naso attraverso un adattatore nasale.
L’utilizzo di Otovent favorisce la giusta compensazione pressoria dell’orecchio medio, assicurando il buon funzionamento del sistema di trasmissione timpano-ossiculare e una adeguata ventilazione della cassa del timpano. Nei casi di otite media secretiva facilita pertanto il drenaggio delle secrezioni timpaniche e consente di interrompere il circolo vizioso che mantiene la condizione di otite stessa.
Il dispositivo agisce introducendo aria dalle narici verso la volta del rinofaringe e la massa e la pressione dell’aria sviluppate sono adeguate e sufficienti a vincere la tensione superficiale delle pareti tubariche. Infatti durante la fase di gonfiaggio del palloncino si esercita una pressione positiva di circa 400 mm H2O. Se questa pressione non risultasse sufficiente a equilibrare la pressione nell’orecchio medio l’insufflazione può essere seguita immediatamente da una deglutizione.
Durante la fase di sgonfiamento del palloncino la pressione nel nasofaringe è di circa 300 mm H2O, condizione che in combinazione con la possibile apertura attiva durante la deglutizione risulta efficace nell’equilibrare la pressione dell’orecchio medio (figura 3).
I vantaggi offerti dal metodo Otovent sono rappresentati da:
· assenza di invasività perché l’aria viene insufflata dall’esterno
· sicurezza di un trattamento naturale, privo di effetti collaterali e di rischi iatrogeni
· possibilità di un impiego quotidiano, una sorta di “ginnastica tubarica”, quale continuazione domiciliare della terapia insufflatoria iniziata in sede ambulatoriale o termale
· facile valutazione dell’impiego corretto (il palloncino deve assumere le dimensioni di un pompelmo),
Considerate pertanto le frequenti difficoltà di trattamento dell’otite media secretiva, è utile tenere a mente anche questa possibilità terapeutica nell’approccio non chirurgico, per risolvere rapidamente un problema clinico che spesso mette alla prova le capacità del medico ma anche del paziente che male sopporta il sintomo dolore unito all’ovattamento auricolare. {mospagebreak}

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