Nell’età che va dai 2 ai 7-8 anni la tonsilla nasale dei bambini (adenoidi) è quasi sempre ipertrofica
poiché è sottoposta ad un intenso lavoro di difesa e di protezione delle vie respiratorie. Il volume
può essere valutato con una radiografia laterale del cranio per lo studio del profilo adenoideo
oppure con le fibre ottiche di diametro sottile se il bambino è grandicello e collabora alla visita
endoscopica. Quest’ultima possibilità consente soprattutto di localizzare l’impianto del tessuto
adenoideo e fornisce preziose indicazioni sui suoi rapporti con l’orificio della tuba di Eustachio e
con l’apertura coanale retronasale, potendo porre in precisa relazione l’adenoide con gli eventuali
sintomi del bambino.
Tuttavia poco conta il volume di queste adenoidi. Quello che deve interessare è il tipo di ostruzione
nasale che determinano ed il ruolo che hanno nei disturbi del bambino (apnee notturne, respiro
sempre a bocca aperta, otalgie, otiti, abbassamento dell’udito, deformazioni del volto).
L’attenta valutazione di questi aspetti negativi dell’ostruzione nasale è quella che deve guidare alla
eventuale indicazione chirurgica, meglio se con tecniche endoscopiche mininvasive. Naturalmente è
lo specialista ORL, che può avvalersi delle fibre ottiche rigide e flessibili, dell’audiometria infantile
e della timpanometria, colui cui spetta un parere obbiettivo in merito. Certo che due sono gli aspetti
fondamentali del problema: la ripetitività delle sue otiti effusive (rischio di cronicizzazione) e le
apnee notturne (con relative ripercussioni sul piano generale).
Cure mediche specifiche non ve ne sono ove si eccettui qualche aiuto farmacologico topico nasale,
che può avvalersi anche dei moderni corticosteroidi.
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