L. Di Rienzo Businco*, P. Bellioni**
*Dirigente Otorinolaringoiatria – Azienda ASL RMC – Roma
**Direttore Dip. Otorinolaringoiatria – Villa Stuart – RomaRiassunto:

Negli ultimi anni anche tra i bambini e gli adolescenti si è andato diffondendo il danno acustico da rumore, un tempo tradizionalmente collegato all’esposizione in età adulta a traumi da sparo o lavorativi dell’industria.

Tale condizione riconosce come principale fattore di rischio nell’età evolutiva l’esposizione ambientale alla musica e a diverse sonorità ad alto volume, in locali notturni e centri d’incontro giovanile ma in special modo con riproduttori digitali musicali (MP3) o telefoni cellulari (esposizione duplice a fonia e musica) di largo impiego tra i giovani, configurando una nuova entità clinica di malattia mediale.

L’impiego di auricolari endaurali in cuffia o via bluetooth è in grado di potenziare il danno sonoro per la maggiore pressione sonora raggiungibile e portata direttamente a stretta distanza dalla coclea.

L’informazione finalizzata alla prevenzione dei danni acustici giovanili è divenuta oggi obiettivo prioritario ed urgente, al fine di limitare i comportamenti a rischio, promuovendo la cultura della conoscenza e del rispetto della funzione uditiva.

Le regole comportamentali da proscrivere come fattori di rischio uditivo saranno l’ascolto dalla musica ad alti volumi, l’aumento del volume dopo un periodo d’ascolto prolungato conseguenza del temporaneo aumento della soglia uditiva, l’impiego di cuffie a stampo del condotto uditivo e della conca auricolare a completa tenuta.

Comportamenti virtuosi e protettivi dell’apparato uditivo saranno l’ascolto musicale a bassi o medi volumi, l’interruzione dell’esposizione sonora con periodi di riposo uditivo, l’impiego di limitatori di volume, e tutto il pattern informativo sui rischi della sordità, da diffondere sin dalle prime fasi preadolescenziali.

La rapida e tumultuosa diffusione delle nuove tecnologie, telefoni cellulari, lettori MP3, l’ascolto della musica e la frequentazione di ambienti musicali ad alta pressione sonora devono indurci a riflettere come la modifica degli stili di vita dei giovani, e talvolta degli adulti, possa rappresentare non solo un generico impoverimento culturale e relazionale ma anche un serio fattore di rischio per la loro salute di cui ancora non conosciamo a pieno le potenziali dannose conseguenze.

Parole Chiave: Esposizione alla musica, ipoacusia da rumore, MP3, telefoni cellulari, adolescenti, prevenzione.
 

Summary:

Noise-induced hearing loss, traditionally related to adult professional noise exposure, is today growing among children and young adults. Main risk factors are high level noise exposure to disco, club, MP3 and mobile phones, as a new medial disease. Intracanal earphones and Bluetooth cause more noise damage because of more pressure sound level reach the cochlea. Information of the potential auditory risks among young child is becoming urgent, in order to avoid audiological risk behavior and promote ear respect. Most important behavior to avoid is listening to high volume music, volume increase after long while of music exposure due to temporary threshold shift, earphones earbud-style. Protective behavior are listening to the music at low level, taking break from music exposure, using a noise-limiter, living information of auditory risky behavior. The huge increase of new technology, mobile phones, MP3, listening to the music at high volume in club or disco change lifestyle of adolescent and young adults, with both a possible reduction of social interactions and interpersonal cultural exchange but also a serious public health risk factor with still not known potential consequences.

Key Words: Music exposure, noise induced hearing loss, MP3, mobile phones, adolescents, prevention.

 

Articolo Completo:

Negli ultimi anni anche tra i bambini e gli adolescenti si è andato diffondendo il danno acustico da rumore, un tempo tradizionalmente collegato all’esposizione in età adulta a traumi da sparo o lavorativi dell’industria.

Tale condizione riconosce come principale fattore di rischio nell’età evolutiva l’esposizione ambientale alla musica e a diverse sonorità ad alto volume, in locali notturni e centri di incontro giovanile ma in special modo con riproduttori digitali musicali (MP3) o telefoni cellulari (esposizione duplice a fonia e musica) di largo impiego tra i giovani, configurando quello che possiamo definire una nuova entità clinica di malattia mediale.

L’impiego di auricolari endaurali in cuffia o via bluetooth è in grado di potenziare il danno sonoro per la maggiore pressione sonora raggiungibile e portata direttamente a stretta distanza dalla coclea.

L’informazione finalizzata alla prevenzione dei danni acustici giovanili è divenuta oggi obiettivo prioritario ed urgente, al fine di limitare i compoRtamenti a rischio promuovendo la cultura della conoscenza e del rispetto della funzione uditiva.

Premesse anatomo-funzionali L’apparato uditivo ha diverse finalità di cui la più importante è quella di permettere la decodifica degli stimoli acustici così da interpretarne il significato.

È nell’orecchio interno, profondo, che si realizza l’analisi analogica del messaggio, la sua trasformazione in energia elettrica e la ricodificazione in linguaggio digitale.

Lo stimolo così trasformato nella forma, ma non nel contenuto, viene poi trasferito al nervo acustico, che lo invia alle strutture nervose centrali per l’ulteriore elaborazione e decodificazione.

Sono le cellule ciliate dell’orecchio interno i primi analizzatori e codificatori dell’energia sonora, per cui la loro lesione provoca non solo una perdita uditiva, ma anche un deficit di analisi acustica e quindi di discriminazione quando si considera la parola.

Le cellule ciliate sono collegate alle fibre del nervo acustico, che vengono attivate quando le cellule ciliate sono stimolate. Il nervo così attivato porta lo stimolo acustico al sistema nervoso centrale, che ci rende coscienti del messaggio uditivo ricevuto.

Varie noxae patogene possono provocare un deficit di tipo sensoriale, ma anche una disfunzione delle analisi del suono dal punto di vista sia frequenziale sia temporale; il conseguente deficit discriminativo si evidenzia nelle difficoltà di comprensione.

Queste ipoacusie percettive sono più frequentemente di tipo cocleare. Molto più rare sono quelle retro cocleari (neurinoma del nervo acustico) e rarissime quelle di origine dal sistema nervoso centrale.

Si stima che le ipoacusie ad oggi colpiscano circa il 16% della popolazione adulta (20-69 anni) negli USA, e la prevalenza aumenta con l’età.

L’audiometria tonale liminare, vocale o verbale, l’impedenzometria, le otoemissioni, i potenziali evocati troncoencefalici (ABR) e lo studio TC e RMN consentono di identificare la sede della lesione e la sua entità.

In soggetti esposti per lungo tempo a rumori di elevata intensità si manifesta appunto una sordità di tipo neurosensoriale con una iniziale perdita uditiva corrispondente ai suoni acuti, con frequenze comprese tra 3000 e 8000 Hertz.

Man mano che l’ipoacusia si aggrava, la perdita uditiva si manifesta anche per le frequenze di 2000, 1000 e 500 Hertz, che hanno maggiore importanza per la conversazione e specialmente per la comprensione di molte consonanti.

Gli effetti del rumore:

Il rumore è un suono in grado di interferire con la comunicazione verbale, le cui caratteristiche di frequenza e intensità lo rendono fastidioso o addirittura dannoso per la salute.

Il rumore può essere costante (livello sonoro con variazioni trascurabili nel tempo), fluttuante (livello sonoro estremamente variabile nel tempo), impulsivo (livello sonoro con elevati picchi di breve durata).

L’unità di misura è il decibel. Il rumore può essere dannoso (in funzione del livello e del tempo di esposizione) o disturbante (effetti psicologici negativi sulla persona).

Gli effetti del rumore possono essere fisiologici (ipoacusia, mal di testa, problemi cardiocircolatori), psicologici (stress, nervosismo, tensione, disturbi della comunicazione, abbattimento, insonnia).

L’ipoacusia da rumore dipende dal livello del rumore, dalla durata dell’esposizione e dalla suscettibilità individuale. Il traumatismo sonoro provoca alterazioni anatomopatologiche e quindi lesioni dell’orecchio interno. Un rumore particolarmente intenso è in grado di provocare un innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella di riposo, seguito da un recupero della percezione uditiva che inizia al cessare dell’esposizione e si completa in circa 16 ore.

L’ipoacusia da trauma acustico acuto è spesso unilaterale ed è prodotta dall’onda sonora, che agisce su alcune strutture della chiocciola quali l’organo del Corti.

È di tipo recettivo, con acufeni e recruitment (distorsioni della sensazione sonora). Il tracciato audiometrico è caratterizzato da un notevole aumento di soglia per i toni puri di frequenza 4000 Hz e di frequenza superiore a questa.

L’ipoacusia da trauma acustico cronico avviene invece per esposizioni prolungate a rumori con particolari caratteristiche (soprattutto nell’attività lavorativa).

I processi degenerativi interessano all’inizio una piccola parte dell’organo del Corti; con il persistere dell’azione traumatica i fenomeni degenerativi si estendono progressivamente agli altri settori dell’organo e ad altre parti delle vie acustiche (ganglio di Corti).

È per lo più bilaterale e simmetrica, ed è preceduta di solito da acufeni ad alta tonalità. Inizia con un aumento di soglia per i toni puri di frequenza 4000 Hz.

Persistendo l’esposizione al rumore si osserva un aumento di soglia per i toni di frequenza 6000 e 8000 Hz, che poi si estende anche ai toni frequenza 2000 e 1000 Hz.

Quando cessa l’esposizione al rumore, l’evoluzione dell’ipoacusia si arresta, ma il danno prodotto è ormai irreversibile.

Il danno acustico da rumore può essere prevenuto con opportune misure profilattiche ambientali e personali (protettori, caschi…), ma non esiste purtroppo alcuna terapia efficace.

 

Sintomi audiovestibolari da sovra-esposizione sonora:

A seguito di prolungate esposizioni a stimoli sonori quali ascolto di musica a livelli sonori elevati e senza periodi di recupero (riproduttori digitali audio, schermi TV, telefoni mobili collegati ad auricolari ad alti volumi, ecc.) si possono presentare dopo alcuni minuti, od ore, dalla fine di una stimolazione acustica i seguenti sintomi:

  1. Acufeni
  2. Ovattamento
  3. Lieve calo uditivo generale
  4. Vertigini rotatorie.

Le labirintopatie cocleari e cocleo-vestibolari possono anch’esse derivare da forti stimoli pressori sonori, e sono classificate principalmente come:

  1. Labirintopatie barotraumatiche acute e croniche (malattia otobarotraumatica)
  2. Vertigine alternobarica

 

Malattia otobarotraumatica:

I sintomi sono caratterizzati da un severo e improvviso dolore all’orecchio a causa di una rapiDa variazione di pressione esterna (forti variazioni di volume, improvvise), ipoacusia.

I segni sono l’ipoacusia, l’iperemia della membrana timpanica e l’eventuale versamento nella cavità del timpano.

La terapia si giova di antinfiammatori per via sistemica e decongestionanti nasotubarici, con possibile remissione spontanea in pochi giorni.

 

Vertigine alternobarica:

È determinata da variazioni di pressioni a carico dell’orecchio medio.

Esistono dei fattori patologici che impediscono un buon equilibrio di pressione da entrambe le parti del timpano, quali rinopatie croniche, allergie nasali, ipertrofia adenoidea, deviazioni del setto nasale.

La patogenesi è legata ad uno spostamento della staffa, della finestra ovale, di liquido dal vestibolo attraverso l’acquedotto cocleare, e la deformazione della parete ossea tra orecchio medio ed interno durante la pressione sonora, soprattutto se questa avviene in maniera improvvisa.

Anche qui la terapia è simile a quella della malattia otobarotraumatica, con necessità di affrontare e risolvere le condizioni favorenti a livello nasale.

 

Esposizione mediale al rumore:

Tra i luoghi d’incontro dei giovani, le discoteche, i pub, i club e i locali notturni sono i centri di ritrovo più spesso frequentati.

In questi luoghi la musica viene diffusa ad alti volumi da grandi amplificatori e casse acustiche, spesso sovradimensionate per l’architettura e l’acustica dell’ambiente sia all’aperto ma soprattutto al chiuso degli ambienti confinati (soffitti bassi, ridotta aerazione, struttura architettonica e materiali sfavorevoli).

Altra situazione sonora spesso sottovalutata, in cui musica e parlato si alternano o si sommano nella loro potenzialità uditiva dannosa è rappresentata dai cinema.

L’esposizione sonora nelle sale cinematografiche conosce picchi sino a 130dB (inseguimenti in auto, sparatorie, ecc.), paragonabili alla presenza a 100 metri di distanza da un jet in fasi di decollo.

Il suono nei film consta di una combinazione di diverse componenti quali colonne sonore musicali, dialoghi ed effetti speciali a volume più alto per suscitare maggiore impatto emozionale.

Tale condizione esiste purtroppo anche nei film destinati a bambini o adolescenti, per cui è stato calcolato come l’esposizione a intensità sonore superiori a 85 dB per un periodo superiore a 20 minuti è in grado di determinare danni uditivi cocleari e sintomi extrauditivi quali mal di testa, aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, stress psichico.

La manutenzione delle sale di proiezione cinematografiche non è sempre eseguita in maniera ordinaria per quanto concerne i sistemi audio, la posizione degli altoparlanti, la presenza di diffusori non a norma e ad ultimo, anche per sopperire a queste carenze, esiste la deprecabile tendenza ad alzare il livello sonoro oltre le necessità e la capacità della sala. (2,6,10)

L’utilizzo dei lettori musicali digitali MP3 si è diffuso tra i giovani con una velocità tanto imprevedibile quanto lo sono le possibili conseguenze dannose sull’apparato cocleovestibolare.

Si stima che oltre il 90% dei giovani in Europa come negli USA utilizzino i riproduttori digitali musicali per diverse ore al giorno ad alti volumi.

Un’iniziativa adottata dalla Commissione Europea di Bruxelles in ordine alle norme per ridurre i rischi di sordità rende noto che il 5-10% degli utilizzatori di Walkman e lettori MP3 che ascoltano musica per più di un’ora al giorno a volume elevato sono esposti a rischio di sordità. (4,7,8)

Già nell’ottobre 2008 il comitato scientifico per i rischi sanitari emergenti e recentemente identificati dall’UE, avvertiva che l’ascolto di apparecchi musicali portatili ad alto volume per un periodo prolungato di tempo può portare a lesioni permanenti dell’udito.

Se consideriamo l’impiego di tali riproduttori musicali o telefoni cellulari in ambienti a livello sonoro di fondo elevato (strada, mezzi di trasporto pubblici, locali, ecc.) si comprende la tendenza ad utilizzare alti volumi in cuffia per superare il rumore di fondo con conseguenti danni per le cellule ciliate del Corti.

A tale proposito giova ricordare come il rumore di fondo dell’ambiente esterno nelle grandi città sia spesso sottovalutato a motivo della abitudine allo stesso, ma sia in grado di superare il livello di 75 dB.

Per quanto riguarda l’ascolto musicale con auricolari è da sottolineare, a differenza delle vecchie cuffie esterne sul padiglione, la elevata tenuta a misura degli stessi in relazione al condotto uditivo esterno, con conseguente elevata compressione del suono che viene aumentato dall’utente ad alti volumi anche a motivo dell’assenza di distorsione con alta fedeltà della musica. (fig.1)

Fig.1. Cuffiette auricolari endaurali e bluetooth

 

Nel 5-10% dei casi si rischia addirittura la perdita permanente dell’udito.

Si stima che nell’UE ben 10 milioni di persone sarebbero a rischio, mentre negli USA il 15% dei ragazzi del college presentano ipoacusia da ascolto di musica ad alti volumi, percentuale pari a quella dei loro genitori. (1,3,9,12)

Abitudine distorta è quella di aumentare il livello sonoro del lettore MP3 portandolo a livelli eccessivi, soprattutto quando ci si trovi su una strada trafficata o su un mezzo di trasporto pubblico.

Appare evidente la necessità di piccole modifiche tecniche agli apparecchi per far sì che ai livelli sonori preimpostati sia garantito un loro uso sicuro.

L’utente continuerà ad avere la possibilità di impostare un volume più alto ma nell’appareCchio dovrà essere incorporato un sistema di avvertimento più appropriato d’informazione sui rischi e come evitarli. (9)

Tale condizione di rischio audiovestibolare è estensibile ai telefoni cellulari i quali, come gli MP3, sono adoperati estensivamente dai giovani nelle stesse situazioni ambientali di rumore di fondo, e quindi a volumi eccessivi.

Oggi, i telefoni cellulari sono utilizzati per ricevere voce e musica indifferentemente e spesso senza interruzione tra le due situazioni sonore; l’ascolto della musica può essere interrotto dallo squillo di una chiamata entrante e dalla voce dell’interlocutore a volume aumentato e viceversa, e questi automatismi sono spesso autoregolati dall’apparecchio con possibile ed imprevedibile trauma sonoro portato direttamente a livello cocleovestibolare attraverso le solite cuffie endaurali a forte tenuta nel condotto uditivo.

È stato inoltre valutato come le ragazze utilizzino più frequentemente l’MP3 o il telefono cellulare riproduttore musicale collegato a cuffie endaurali rispetto ai ragazzi, ma il sesso maschile è risultato associato ad un utilizzo dello stesso a volumi più elevati.

A motivo di questo non si è in grado di identificare il sesso come fattore di rischio per il danno da rumore da esposizione a volumi elevati di riproduttori digitali musicali. (11)

Il controllo da parte genitoriale risulta ancora una volta il fattore preventivo da danno da rumore per la categoria adolescenziale.

L’utilizzo del MP3 inizia sin dalle prime fasi pre-adolescenziali, e pertanto gli educatori scolastici ancor prima dei medici rivestono un ruolo primario nell’informazione ai ragazzi sui rischi degli alti volumi in cuffia e quindi nella prevenzione dell’ipoacusia, che si va configurando come un problema sociale di salute pubblica.

Le regole comportamentali da proscrivere come fattori di rischio uditivo saranno l’ascolto dalla musica ad alti volumi, l’aumento del volume dopo un periodo d’ascolto prolungato, conseguenza del temporaneo aumento della soglia uditiva, l’impiego di cuffie a stampo del condotto uditivo e della conca auricolare a completa tenuta.

Comportamenti virtuosi e protettivi dell’apparato uditivo saranno l’ascolto musicale a bassi o medi volumi, l’interruzione dell’esposizione sonora con periodi di riposo uditivo, l’impiego di limitatori di volume, e tutto il pattern informativo sui rischi della sordità, da diffondere sin dalle prime fasi pre-adolescenziali. (5,10,11)

La rapida e tumultuosa diffusione delle nuove tecnologie, telefoni cellulari, lettori MP3, l’ascolto della musica e la frequentazione di ambienti musicali ad alta pressione sonora devono indurci a riflettere come la modifica degli stili di vita dei giovani, e talvolta degli adulti, possa rappresentare non solo un generico impoverimento culturale e relazionale ma anche un serio fattore di rischio per la loro salute di cui ancora non conosciamo a pieno le potenziali dannose conseguenze.

Bibliografia:

1. Agrawal Y, Platz EA, Niparko JK – Prevalence of hearing loss and differences by demographic characteristics among US adults: data from the national health and nutrition examination survey. 1999-2004. Arch Int Med 2008; 168: 1522-1530.
12. Daniel E – Noise and hearing loss: a review. J Sch Health 2007; 77: 225-231.
13. Fausti SA, Wilmington DJ, Helt PV; Helt WJ, Konrad-Martin D Hearing health and care: the need for improved hearing loss prevention and hearing conservation practices. J Rehabil Res Dev 2005; 42: 45-62. 14. Fligor BJ, Cox LC – Output levels of commercially available portable compact disc players and the potential risk to hearing. Ear Hear 2004; 25: 513-527.
15. Rabinowitz PM – Hearing loss and personal music players. BMJ 2010; 340: c1261.
16. Serra M, Biassoni E, Richter U et al – Recreational noise exposure and its effects on the hearing of adolescents. Int J Audiol 2005; 44: 65-73.
17. Shah S, Gopal B, Reis J, Novak M – Hear today, gone tomorrow: an assessment of portable entertainment players use and hearing acuity in a community sample. J Am Board Fam Med 2009;
22: 17-23.
18. Torre P – Young adults’use and output level settings of personal music system. Ear Hear 2008; 29: 791-799.
19. Trask DK, Abkas B, Jous N – Listening habits and noise exposure of MP3 player users. Otolaryngol Head Neck Surg 2006; 135; S1: 142-143.
10. Vogel I, Brug J, van der Ploeg CP, Raat H – Young peoplÈs exposure to loud music: a summary of the literature. Am J Prev Med 2007; 33: 124-133.
11. Vogel I, Verschuure H, van der Ploeg CP, Brug J, Raat H Adolescent and MP3 players: too many risks, too few precautions. Pediatrics 2009; 123: e953-e958.
12. Zhao F, Manchaiah VKC, French D, Price SM – Music exposure and hearing disorders: an overview. Int J Audiol 2010; 49: 54-64.